fu fatta erigere dal Comune nel 1710 a seguito della seconda ondata di peste che sconvolse il paese. La chiesetta fu benedetta nel 1729. Da allora è meta di sentita devozione con in particolare all’inizio della Quaresima la tradizionale Novena penitenziale con il canto in latino del salmo 50 e la tradizionale sagra estiva nella prima metà del mese di luglio. Quasi certamente la designazione “della Salute” ha origini lontane: si riallaccia, con molta probabilità, alla più celebre “Chiesa della Salute” di Venezia eretta da Baldassarre Longhena nel1630, quale voto dei Veneziani per implorare la cessazione dell’epidemia di peste che infierì in quegli anni nella città. A quell’epoca Massagno intratteneva fiorenti mercati con Venezia e ciò spiega il curioso aggancio al Santuario lagunare. La peste, purtroppo, seminò morte anche nelle nostre regioni. Nel 1636 raggiunse Massagno. E’ di quella data la cappelletta devozionale eretta sul luogo ove ora sorge la chiesa. Purtroppo i fatti funesti si ripetono: la peste fa la sua ricomparsa nel ‘700. In questa occasione è il Comune che fa costruire l’oratorio conglobando, sulla parete di fondo sopra l’altare, l’icona preesistente e cioè l’affresco con la Madonna, Bambino Gesù e San Giovanni.
La chiesuola fu benedetta nel 1729. Da allora è meta di sentita devozione e la sagra estiva che vi si celebra richiama fedeli da ogni dove. La costruzione è rimasta isolata dagli edifici sorti tutt’attorno. La facciata principale e il fianco destro danno su via dei Sindacatori e via Madonna della Salute, sul retro c’è un posteggio e sul fianco sinistro si stende una zona pubblica a verde attrezzato. La facciata d’ingresso è preceduta da un nartece che la ombreggia per l’intera sua larghezza, con ampio archivolto ribassato sul davanti, poggiante su due pilastri che conservano solo alcuni elementi decorativi (capitelli a volute delle paraste) e due archivolti a pieno centro sui fianchi. Lo copre con garbo una volta a crociera ben strutturata. La pavimentazione a mosaico di lastre con trama cartesiana irregolare di gneiss granitico, precisa il portico. La facciata è caratterizzata da un portale in granito, un trilite solo marcato da un leggero dentello perimetrale che inquadra il portoncino in legno naturale. Lateralmente a specchio si aprono due finestre incorniciate nel granito che ne forma le spalle, l’architrave e il davanzale solo leggermente più modanati. Due inferriate robuste di ferro battuto ne proteggono il vuoto.
Sopra la porta una scritta significativa “DONNA, SEI TANTO GRANDE E TANTO VALI CHE QUAL VUOL GRAZIA A TE NON RICORRE SUA DISÏANZA VUOL VOLAR SENZ’ALI”. (Dante, Par. c. XIII). I due fianchi della chiesa rispettano la sequenza planimetrica; muri prevalentemente pieni con semplici aggetti che li riquadrano in scomparti e poche aperture rettangolari: gronde a guscio e tetti in coppi. L’impianto spaziale interno rispecchia i volumi che lo plasmano all’esterno: un’unica aula coperta a botte unghiata, con abside rettangolare voltata.
L’impianto architettonico-formale delle pareti dell’aula è scandito da semplici elementi strutturali, lesene e cornici. L’abside è invece arricchita da un fondamentale plastico marmoreo policromo: altare, tabernacolo, incorniciatura della tela, con predominanza del nero. Il suo perimetro è limitato anche da una graziosa balaustra che completa il ciclo barocco. Aula e abside sono ampiamente illuminate da sei finestre leggermente arcuate e disegnate con trama geometrica a esagoni allungati, poste verso l’alto delle pareti e da una simile in controfacciata.
La luce risulta ancor più marcata dalle scialbature bianche degli intonaci. L’affresco, in discreto stato di conservazione, forma oggi l’ancona dell’altare principale della chiesetta dedicata alla Madonna della Salute. L’oratorio venne fatto costruire dal Comune nel 1710, a seguito di una seconda pestilenza che sconvolse il paese di Massagno, e venne benedetto dall’arciprete di Lugano, don Giulio Bellasi, il 10 luglio 1729.
La mano esecutrice della pittura è quella di un artista probabilmente locale, che sa ben modellare corpi e panneggi e riserva particolare cura ai volti. Le tre figure sono rappresentate seguendo uno schema piramidale, che si inserisce perfettamente in un paesaggio, che grazie alla simmetria esistente fra l’albero sulla sinistra e il drappeggio sulla destra incornicia l’insieme. Le tese della Vergine e del Bambino sono arricchite da corone dorate e incastonate di pietre, mentre quella di San Giovanni Battista si limita ad un semplice cerchietto dorato.
Tali corone sono state aggiunte in epoca recente e sembra probabile, che nel corso di questo intervento siano anche sati ridipinti i volti delle tre Figure, che attualmente si presentano in uno stato diverso rispetto alresto dell’insieme. Per la datazione si è propensi a collocare l’affresco nella prima metà del XVII secolo – in concomitanza dunque con la costruzione dell’antica cappella -, anche se l’impostazione ricorda quella delle Madonne con Bambino della fine del secolo precedente. fonti: Vecchio, Caro Massagno (edito a cura della Pro Massagno, 1982); Arte a Massagno – Il patrimonio pubblico nel comune (pubblicazione del Comune di Massagno)